venerdì 6 marzo 2009

Allattamento al seno

Scegliere di allattare vuol dire offrire al bambino il miglior latte possibile, perché:
è completo e soddisfa al meglio i suoi bisogni nutrizionali, senza bisogno di aggiuntelo protegge meglio dalle infezioni (intestinali, soprattutto) e dalle allergie è sempre pronto, a costo zero, alla temperatura ideale aiuta mamma e bimbo a creare un profondo legame affettivo Sono veramente eccezionali le situazioni in cui è necessario sospendere, del tutto o temporaneamente, l'allattamento, e sarà il medico a individuarle
Attaccare il bambino al seno precocemente ha degli innegabili vantaggi: il bambino è molto reattivo nelle prime due ore dopo il parto e può sfruttare al massimo il riflesso di suzione che gli è innato; ma se questo non fosse possibile perché il bambino non vuole succhiare o perché la struttura non prevede di lasciare il bambino con la madre è sempre possibile recuperare.

ATTACCAMENTO CORRETTO AL SENO
Si può allattare in molte posizioni, per iniziare le più comode sono da sdraiate sul fianco e da seduta.
In entrambe il bambino dovrebbe trovarsi sdraiato sul fianco con la pancia contro il corpo della madre (anche la madre dovrebbe trovare una posizione comoda e rilassata). Il capezzolo dovrebbe trovarsi all’altezza del naso del bambino in modo che quando quest’ultimo spalancherà la bocca prenderà il capezzolo dal basso verso l’alto.
Il bambino si attacca al seno e non al capezzolo per cui non ha molta importanza la forma del vostro capezzolo, l’importante è che non venga preso in punta. L’ideale sarebbe di stimolare la bocca del bambino con il capezzolo per poi avvicinarlo al seno quando aprirà la bocca (come per fare uno sbadiglio) e permettergli di prendere in bocca una buona parte dell’areola.

In pratica, quando allattate:
1. Lavatevi le mani
2. Con acqua bollita e garza sterile, pulite il seno, muovendo dal capezzolo verso l'areola (la zona scura intorno al capezzolo)
3. Mettetevi comode, sostenendo ad esempio il bambino con qualche cuscino e le gambe con uno sgabello; potete scegliere qualsiasi posizione, ma badate a che il bambino riesca a respirare bene e ad attaccarsi afferrando contemporaneamente capezzolo ed areola; cambiatela spesso, in modo da favorire lo svuotamento di tutti i dotti mammari
Da sedute: tenete il bambino in braccio, girato verso la mamma, con la testa nella piega del gomito, in modo che non sia costretto a girare la testa per arrivare al senoDa distese: mettetevi sul fianco, col bambino, pure sul fianco, rivolto verso di voi, col capo all'altezza del senoNella "posizione rugby": questa posizione, particolarmente utile in caso di ingorgo mammario, è così chiamata perché il corpo del bambino viene tenuto sotto l'ascella della madre con un braccio, mentre il capo è sostenuto con l'altra mano, proprio come un pallone da rugby
4. Cominciate la poppata una volta con un seno, una volta con l'altro (a meno che vi sia ingorgo mammario, nel qual caso è meglio svuotare prima il seno gonfio e dolente: v. anche il capitolo relativo all'ingorgo mammario)
5. Dolcemente, avvicinate la guancia del bambino al seno, in modo che per istinto egli cercherà il capezzolo
6. Stringete tra pollice ed indice areola e capezzolo: il bambino si attaccherà così facilmente, afferrandoli contemporaneamente
7. Contemporaneamente, con le altre dita, sostenete il seno da sotto, lasciando libera l'areola: in questo modo eviterete che il peso della mammella faccia sfuggire di bocca capezzolo ed areola.
8. Lasciate attaccato il bambino al primo seno per una quindicina di minuti, poi, quando vedete che succhia di meno e prima che si stanchi e si addormenti, staccatelo. Importante, per prevenire le ragadi: nello staccarlo, non allontanatelo lasciando che rimanga appeso al capezzolo, ma infilate un dito nell'angolo della bocca del bimbo e spingete poi il seno verso il basso
9. Dopo un breve riposo di qualche minuto, offrite l'altro seno. Ricordate che la poppata dovrebbe durare in tutto circa 20-30 minuti, per evitare il rischio di irritare il capezzolo e che il bambino succhi a vuoto e ingurgiti aria.
10. Terminata la poppata, aiutate il bambino a "fare il ruttino" tenendolo in posizione verticale col capo appoggiato sulla spalla
11. Dopo la poppata lavate il seno con acqua tiepida e senza sapone, asciugatelo bene (anche col phon, eventualmente), poi copritelo con coppette assorbenti (non quelle con la protezione impermeabile!), che cambierete spesso se umide. Indossate vestiti leggeri e comodi. Lasciate spesso il seno liberamente all'aria, ma non direttamente al sole

SEGNI DI ATTACCAMENTO CORRETTO
Il naso e il mento del bambino toccano il seno.
La mascella si muove nella suzione fino all’orecchio.
Il ritmo della suzione all’inizio è veloce per poi rallentare e fermarsi a tratti per deglutire.
Solo in caso di seno particolarmente abbondante è necessario allontanare lo stesso dal naso dal bambino, in tal caso potete farlo esercitando una leggera pressione sulla parte superiore del seno.

QUANTITA’ DELLE POPPATE
Negli ospedali purtroppo vige spesso la regola di portare i bambini alle madri “ad orario”, in realtà , la maggior parte dei neonati succhierebbe dal seno più volte di quelle previste dagli orari imposti: in genere un neonato dovrebbe poppare dalle 8 alle 12 volte nelle 24 ore, ma finchè cresce bene ogni bambino può trovare il suo ritmo da solo.

DURATA DELLE POPPATE
Ci sono bambini che amano poppare a lungo e quelli che in 5 minuti hanno finito, quelli che ciucciano a brevi intervalli (anche ogni ora) e quelli che lo fanno ogni 3-4 ore, e poi ci sono i tipi “misti”. L’ideale sarebbe di lasciare al bambino la possibilità di succhiare secondo le sue esigenze, anche perché questo permette alla madre di essere sicura che il bambino prenda la quantità di latte di cui ha bisogno.

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