giovedì 23 ottobre 2008

I nei

Per alcuni sono un vezzo, per altri un piccolo inestetismo. In ogni caso, i nei, qualche pensiero lo procurano, soprattutto se li vediamo sulla pelle dei nostri bambini.
Ma che cosa sono i nei?
La parola neo significa "impronta materna". Ma nel linguaggio comune, indica le "macchie scure"localizzate sulla cute, presenti sin dalla nascita o acquisite nel corso della vita. In realtà, il termine scientifico designa una lesione causata da una malformazione di alcune cellule che costituiscono i tessuti cutanei. La formazione di nei è legata ad una predisposizione genetica, quindi è facile che chi ha un genitore con tantio nei ne veda comparire anche sulla propria pelle.
Con quale frequenza è bene controllarli?
A meno che non vi siano nei congeniti di dimensioni rilevanti, una prima visita dermatologica può essere programmata in età scolare, per poi effettuare un controllo ogni 3 anni. Prima di questa data, sarà il pediatra ad indirizzare eventualmente il bimbo dal dermatologo se nota una macchiolina sospetta.
In età adulta, invece, la cute e i nei devono essere controllati una volta all'anno.
Va detto infatti che il melanoma, il tumore maligno dei melanociti è una patologia che interessa prevalentemente l'adulto:sotto i 15-18 anni è estremamente raro e per lo più insorge su nei giganti.
E' importante , inoltre che durante la visita vengano controllati non solo i nei, ma tutta la pelle: è accertato, infatti che il melanoma si sviluppa nel 60% dei casi da un neo preesistente, ma nel 40% dei casi si forma da cute sana.
Quando un neo deve insospettire?
In linea generale , un neo, deve preoccupare , e quindi indurre a rivolgersi ad un dermatologo, quando presenta caratteristiche che possono essere riassunte nell'acronimo ABCDE:
A= asimmetria. Se dividiamo idealmente il neo a metà, le due parti dovrebbero essere simmetriche fra loro
B= bordi irregolari. I contorni di un neo di solito sono regolari
C= Colore non uniforme. Ogni neo ha un suo colore caratteristico, a seconda del tipo clinico cui appartiene: meglio farsi controllare se il colore cambia nel tempo o vi sono più colori su uno stesso neo
D= dimensione. Se un neo ha dimensioni superiori a 6 millimetri di diametro o è cresciuto in pochi mesi, deve essere tenutio sotto controllo
E= evoluzione. E' forse il parametro più importante: deve insospettire un neo che subisce qualunque modificazione , di colore, dimensioni, forma, nel giro di breve tempo o se comincia a sanguinare o a dare prurito
Va ribadito ,però, che nell'infanzia i nei crescono inevitabilmente, quindi queste regole non vanno intese in senso stretto

mercoledì 22 ottobre 2008

L'amniocentesi

L'amniocentesi permette di individuare i problemi cromosomici (soprattutto la trisomia 21), le malattie ereditarie del feto e anche le malattie del sistema nervoso centrale.Grazie all'analisi del liquido amniotico prelevato viene stabilito il cariotipo del feto, cioè la sua carta d'identità cromosomica. Se dai risultati risulta un'anomalia del cariotipo fetale i genitori possono decidere, con l'aiuto dei medici, di ricorrere all'aborto.
Non è obbligatoria, ci si può infatti rifiutare di sottoporti a tale esame.
E' raccomandata dopo i 35 anni, in quanto con l'età aumentano i rischi di trisomia 21( La sindrome di Down ).
E' consigliata anche in caso di precedenti di trisomia 21 in una famiglia, o di rischio di malattie ereditarie. In ogno caso se il medico prescrive l'amniocentesi significa che essa è giustificata da ragioni mediche. I risultati si hanno in 15-20 giorni. L’amniocentesi rivela con sicurezza anche il sesso del bambino.
Tecnicamente, grazie all'ecografia, si puo' eseguire fin dalla nona settimana di gestazione. Un'amniocentesi cosi' precoce e' pero' piu' rischiosa, sia in termini di aborti, sia per la minore quantita' di cellule presenti nel liquido prelevato. Si preferisce pertanto la 16a settimana di gestazione, epoca considerata da tutti gli Autori ideale, sia per la ricchezza di cellule nel prelievo, sia per la minore incidenza di complicanze. Inoltre, considerando che il tempo necessario per ottenere il cariotipo va dai 9 ai 21 giorni, si riesce ad avere un eventuale risultato spiacevole in tempo utile per offrire alla gravida la possibilita' prevista dalla legge 194/78 di sottoporsi ad interruzione della gravidanza.
Ma come viene fatta?
Viene eseguita innanzitutto un'ecografia, per determinare eventuali anomalie del feto. Si osservano l'attività cardiaca del feto, l'estensione della placenta, le pareti dell'utero.
Il medico si concentra poi sulla posizione del feto e sul liquido amniotico. Viene scelto il punto di inserimento dell'ago, lontano dalla placenta e dalla testa del feto, e viene introdotto un ago sottilissimo nel punto prescelto, attraverso la parete addominale, prelevando 15-20 ml di liquido amniotico. Nonostante l'assenza di anestesia la madre non prova dolore, dato il calibro ridotto dell'ago, ma solo un lieve fastidio, come per una qualsiasi puntura.L'amniocentesi dura poco.
Dopo l'amniocentesi è raccomandato alle future mamme di riposarsi per due giorni, rimanendo a letto o in poltrona.
L’amniocentesi comporta un rischio di aborto dello 0,5 -1%, cioè 1 su 200 prelievi effettuati.A far paura è anche il gesto: l’idea che un ago venga infilato nel ventre, vicino al feto
In realtà il feto non corre rischi e la sensazione provata è quella di una piccola puntura.
Da pochissimi anni è possibile ricorrere ad una nuova tecnica di diagnosi precocissima da effettuare a partire dall’ottava settimana di gravidanza, denominata "prelievo dei villi coriali", mediante la quale è possibile diagnosticare alcune anomalie fetali congenite (per es. morbo di Cooley, che è una grave forma di microcitemia).
Il prelievo dei villi coriali consiste nel prelevare un piccolo frammento di tessuto coriale, cioè di quel tessuto che diventerà la placenta.
Le indicazioni sono quasi le stesse dell’amniocentesi; essendo modicamente più rischiosa dell’amniocentesi deve essere effettuata solo per casi estremamente selezionati.
Il suo innegabile vantaggio consiste nella precocità della diagnosi.
Un altro esame che viene eseguito per lo screening della sindrome di Down e che ha il vantaggio di non essere invasivo, è lo studio della "Traslucenza nucale" , che consiste nella misurazione ecografia dello spessore del tessuto sottocutaneo retronucale del feto. Questo esame, se associato al bi-test, può raggiungere una sensibilità del 95%.

Sopportare i disturbi della gravidanza

Tutte le tue amiche ti telefonano, si complimentano con te e si domandano quanto sei felice, mentre invece tu... stai malissimo perché hai la nausea.
Tutto inizia a darti fastidio: la luce, i colori, la gente!
Con qualche piccolo accorgimento può migliorare: ecco dei piccoli consigli per combattere la nausea...
ALIMENTAZIONE
1 - Mangia cibi come il riso, patate, la pasta e la carne senza salse.
2 - Mangia lentamente e mastica molto bene.
3 - Non mescolare gli alimenti: per esempio, nel corso dello stesso pasto mangia solo una coscia di pollo o delle patate. Lascia da parte i dolci cremosi e i latticini: mangiali a parte e non abusarne
4 - Scegli un'ora precisa per mangiare, alcune donne hanno le nausee di mattina, altre di pomeriggio. Proferisci il momento della giornata in cui ti senti meglio.
RIPOSO
Cerca di riposare almeno 9 ore a notte.Vai a dormire anche alle 8 di sera se necessario perché la sensazione di fatica aumenta le nausee: inutile sforzarsi, il tuo corpo ha bisogno di riposo.Se non ti adegui a questo ritmo potresti far correre un rischio al tuo bambino perché le nausee aumentano proporzionalmente con il senso di stanchezza.
I PROFUMI
Metti in un cassetto il tuo profumo preferito e la crema miracolosa che applichi tutte le mattine. Domanda al futuro padre di tuo figlio di non profumarsi più in tua presenza e di non fumare in casa. Tutti gli odori aumenteranno la sensazione di nausea e ti ricorderai per molto tempo dopo aver partorito questa situazione di disgusto.
Sei la sola a sapere veramente cosa è meglio per te!

martedì 21 ottobre 2008

La pelle di bambini

Quando era piccolo , ti veniva spontaneo spalmargli la crema dopo ogni bagnetto o cambio del pannolino. ERa un appuntamento fisso in cui, al piacere delle coccole, univi un gesto fondamentale per la salute della sua pelle, che proteggevi da irritazioni e screpolature. Poi tuo figlio è cresciuto e la crema è sparita dalla mensola del bagno. La usi solo in casi particolari, nelle giornate fredde e ventose o dopo il corso di nuoto in piscina. E' un errore, perchè non bisognerebbe mai smettere di idratare la pelle dei bambini, almeno fino all'adolescenza. Anche quando appare morbida, luminosa e senza irritazioni. Ci vogliono diversi anni , infatti, prima che la sua struttura diventi simile a quella degli adulti e quindi ha bisogno di una protezione costante. Non solo, fino a 10 anni, la produzione delle ghiandole sebacee, che formano la barriera lipidica, è assente. E anche il sistema immunitario delle cellule cuteanee deve ancora maturare ed è meno efficiente nel combattere le aggressioni esterne.Per alcuni bambini, poi, la crema è l'unica arma per prevenire le dermatiti. Quando la pelle si trova in una situazione pre-atopica, cioè con tendenza e desquamarsi, è indispensabile un prodotto specifico, prescritto dal dermatologo,a base di ceramidi e siliconi. Sono sostanze che creano un film in grado di impermeabilizzare la cute ed evitare così ulteriori perdite d'acqua. In tutti gli altri casi si può ricorrere ai normali idratanti, tenendo conto, però di alcune avvertenze secondo l'età:

Dai 10 ai 13 anni

E' il periodo della pubertà. Il sistema pilosebaceo comincia ad attivarsi e sul viso compaiono i primi brufoletti, impurità e pori dilatati.
Per la pulizia bisogna usare prodotti leggermente astringenti. E subito dopo una crema idratante leggera, necessaria per riequilibrare la barriera difensiva della pelle. Se il problema è accentuato, si può usare un idratante a base di acidi della frutta a bassissima concentrazione, dal leggero potere esfoliante. Sul corpo , si a creme idratanti per prevenire le smagliature. A questa età sono un inestetismo piuttosto comune, soprattutto nelle ragazzine perchè al rapido accrescimento si aggiunge la tempesta ormonale, tipica della pubertà, che modifica la composizione del collagene e dell'elastina, le sostanze che mantengono compatta ed elastica la pelle.
Se le strie sono ancora di un colore rosso violaceo e in rilievo, si può renderle meno visibili, massaggiando una crema idratante con elastina e acido boswelico
E' adatto anche alle pelli più secche e sensibili il Latte per il corpo idratante di Avene, 200 ml (11,2 euro in farmacia)
Control shine Gel crema opacizzante di Nivea Visage young idrata la pelle e ne ebita la lucidità, 75 ml (6,05 euro nei supermercati.
Con opacizzanti, antibatterici e lenitivi Normaderm trattamento idratante anti-imperfezioni di Vichy è ok per le pelli impure, 50 ml (17,20 euro in farmacia)

Dai 7 ai 9 anni

La pelle è più robusta ma è sottoposta ad un forte stiramento dovuto alla rapida crescita del bambino in questo periodo. La crema idratante è molto utile come prevenzione delle smagliature, soprattutto se in famiglia c'è predisposizione a questo inestetismo.
Nei maschi, inoltre, la pelle a questa età tende ad essere più ruvida, soprattutto sui gomiti e sulle ginocchia, dove si forma spesso una specie di "grattugia". Si tratta di ipercheratosi, dovute allo sfregamento degli abiti e al fatto che i ragazzi, con i loro giochi più movimentati, strofinano questi punti più di frequente.
Un leggero scrub, anche con un guanto di crine ed una crema nutriente dopo la doccia, restituiscono morbidezza alla cute.
Negli anni della scuola, inoltre, quasi tutti i bambini vanno in palestra o in piscina:le docce sono frequenti e per non disidratare troppo la pelle, un pò di crema ci vuole sempre.
Anche sui piedi, in modo che la cute sia più resistente . Verruche e funghi, infatti, proliferano più facilmente dove l'epiderme è secca e fragile.
Con aloe vera e vitamina E il Johnson's Baby oil vanta un altissimo potere idratante, 300 ml (5,30 euro nei supermercati)
Perfetta per viso e corpola crema emolliente della Linea bimbi Helan, è formulata con estratti vegetali da agricoltura bio, 100 ml (9 euro in erboristeria).
Studiata per le pelli con tendenza atopica Exomega di A-Derma è ricca di omega 6, 200ml (17,80 euro in farmacia)

Dai 3 ai 6 anni

L'idratazione è importante soprattutto per ridurre il rischio di infezioni cutanee (come l'impetigine) così frequenti a questa età. Gli strati superficiali della pelle devono essere sempre ricchi d'acqua, così le cellule cutanee sono più unite fra di loro e formano uno scudo protettivo più efficace.
Dopo il bagno, l'ideale è applicare un prodotto con ossido di zinco, che mantiene il giusto livello di umidità e di acidi grassi omega 6, sostanze in grado di nutrire e rinforzare la pelle.
Soprattutto durante la stagione fredda , idratate bene il viso del bambino. La zona intorno alle labbra, per esempio, è la più fragile e povera di sostanze grasse. Usate una crema con vitamina E, che ha proprietà filmogene ed evita alla pelle di disidratarsi.
Ha una formula altamente emolliente la Cema fluida idratante Chicco 200 ml (8,40 euro).
La crema lenitiva di Nature's Bimbo, con ossido di zinco, è ideale per combattere gli arrossamenti e le screpolature, 75 ml (12 euro in erboristeria).
Ipoallergenica, all'amido di riso, la Crema protettiva Euphidra è idratante e rinfrescante, 50 ml (6,80 euro in farmacia)

Il plantare ortopedico

Pensi che tuo figlio abbia bisogno di scarpe col plantare ortopedico? Osserva l'impronta che il piccolo lascia sul pavimento quando ha i piedi bagnati:
  • Tutto è Ok se la traccia è a forma di triangolo. In pretica: si vede bene l'appoggio del tallone, quello del bordoesterno del piede, della testa dell'alluce e del mignolo. Manca invece l'impronta della parte interna del piedino. In questo casa, le scarpe ideali sono quelle con una cupola preformata al centro della volta plantare: aiutano il piedino a mantenere la sua curva fisiologicx senza inutili stress.
  • Quando invece il piede è piatto, l'impronta è totale e si nota anche l'orma dell'arco interno. Anche in questa eventualità, però, i plantari ortopedici non sono la prima scelta: per lo meno finchè il piede è in crescita.
  • Se il bambino ha meno di 4 anni è sufficiente lasciarlo correre e giocare per rinforzare i muscoli del piede e far sì che l'arco plantare acquisti la sua forma naturale. Nell'85% dei casi ,infatti, il piede piatto si risolve da solo.
  • Se il bambino ha più di 4 anni, è bene consultare un ortopedico pediatra. Lo specialista effettuerà la prova di correggibilità: inviterà il piccolo a mettersi sulle punte dei piedi ed osserverà se si forma un arco plantare sufficientemente arcuato e se il tallone gira in dentro. In questo caso, vale la pena di insistere ancora con il movimento. Solo se non c'è possibilità che il piede si corregga da solo (l'arco è assente), il medico prescriverà i plantari.