venerdì 10 aprile 2009

Fumare in gravidanza

Fumare durante la gravidanza nuoce gravemente al nascituro, aumenta il rischio d'aborto o di parto prematuro, moltiplica il pericolo di morte improvvisa del lattante e il bambino è maggiormente esposto al rischio di ammalarsi di tumore.
Le tossine del fumo del tabacco che la madre assorbe volontariamente o involontariamente passano tramite i vasi del cordone ombelicale e la placenta direttamente al bambino che si trova nel grembo della madre. La nicotina provoca una diminuzione dell'irrorazione sanguigna dell'utero e della placenta e quindi anche un minore apporto di sostanze vitali al nascituro. Il monossido di carbonio assunto con il fumo riduce inoltre l'apporto d'ossigeno nella circolazione materna e del bambino.
Infatti, questa sostanza rimuove già in deboli concentrazioni l'ossigeno dal suo vettore di trasporto, i globuli rossi.
In una fumatrice incinta il rischio di un parto prematuro a dieci sigarette al giorno aumenta del 70 per cento.
Gli effetti nocivi comprendono:
  • un rischio aumentato di aborto spontaneo,
  • una riduzione del peso alla nascita,
  • un aumento del rischio di mortalità neonatale,
  • un aumento del rischio di sindrome della morte improvvisa del lattante, un rischio aumentato di malattia delle vie respiratorie inferiori,
  • una riduzione della crescita della funzionalità respiratoria.

Inoltre l’esposizione al fumo prima della nascita è stata messa in relazione con deficit cognitivi e di rendimento e con una maggiore probabilità che il bambino soffra di problemi comportamentali e di deficit uditivi.
Gli studi sugli effetti del fumo in gravidanza prendono in genere in considerazione un consumo di 20 o più sigarette (un pacchetto) al giorno e quindi è possibile che un consumo inferiore riduca proporzionalmente il danno sul prodotto del concepimento. Sta alla mamma decidere se eliminare completamente o meno il rischio che comunque deriva anche da un consumo inferiore di sigarette.

martedì 7 aprile 2009

Il reflusso in gravidanza

Il reflusso gastroesofageo è un disturbo dell'esofago.
Quando mangiamo il cibo passa dalla bocca allo stomaco attraverso l'esofago. Tra l'esofago e lo stomaco c'è una valvola. Questa valvola si apre e si chiude. Si apre per far passare il cibo. E si richiude immediatamente dopo che questo è passato nello stomaco.
Se la valvola che c'è tra esofago e stomaco non funziona bene, cioè si apre quando non dovrebbe, può capitare che parte del cibo ingerito torni indietro. Nelle persone che soffrono di reflusso succede proprio questo.
Il cibo e i succhi gastrici provenienti dallo stomaco ritornano nell'esofago.
Il reflusso gastroesofageo è questo: la risalita in esofago di materiale acido proveniente dallo stomaco.
Il reflusso gastroesofageo è un disturbo molto comune e può presentarsi anche nel corso della gravidanza. Recentemente è stato addirittura definito la "malattia del terzo millennio".
Ci sono piccoli accorgimenti che possono aiutare chi soffre di reflusso:
  • evitare i cibi grassi, troppo conditi, fritti o piccanti. Ma anche quelli acidi come il pomodoro, l'arancia e il limone.
  • Non fumare

Per prevenire il reflusso notturno:

  • evitare abiti troppo stretti in vita.
  • dormire con la testa e il torace sollevati rispetto all'asse orizzontale del corpo
  • non andare a dormire prima che siano trascorse almeno quattro ore dall'ultimo pasto
  • evitare cibi troppo elaborati