Le allergie possono manifestarsi in qualunque momento della vita, ma colpiscono maggiormente i figli di genitori allergici (la predisposizione all’allergia è, infatti, ereditaria).
La diagnosi viene effettuata attraverso test specifici praticati in strutture ospedaliere o laboratori privati che servono per confermare o smentire quella effettuata dal medico in base ai sintomi.
Questi esami, infatti, sono in grado di identificare con uno scarto di errore minimo gli allergeni responsabili.
- Il prick test, indicato a tutte le età, è una prova cutanea che, in una sola seduta, testa tutti gli allergeni scelti dall’allergologo. Dopo aver applicato sulla pelle una goccia dell’agente allergizzante che si vuole testare, vi si fa passare attraverso un ago e si pratica una piccola puntura sulla cute. Nel giro di qualche minuto, se il soggetto è sensibile all’allergene iniettato, si produrrà un rigonfiamento che raggiungerà il massimo dopo circa una quindicina di minuti tendendo a scomparire nell’arco di qualche ora. La dimensione finale della protuberanza stabilisce il grado di sensibilizzazione nei confronti di quel particolare allergene.
- Il RAST test è un esame del sangue finalizzato a rintracciare gli IgE e viene effettuato nei casi in cui il prick test non sia praticabile (per esempio, se il paziente ha assunto antistaminici che mascherano la reazione allergica).
- Il test di provocazione viene eseguito in casi molto rari quando vi è discordanza tra i sintomi e i risultati del test. Gli allergeni vengono fatti direttamente inalare al paziente nei test di provocazione nasale o bronchiale; depositati nell’occhio in caso di test congiuntiveli; somministrati per os (ossia per bocca) in caso di sospetta allergia alimentare.
Da sapere: in caso di possibile predisposizione ereditaria all’allergia del bambino (se, quindi, anche mamma o papà ne soffrono), quest’ultimo va sottoposto ai test al momento dello svezzamento, per rintracciare possibili allergie alimentari innanzitutto, e poi altre forme allergiche legate ai bronchi o al naso, agli occhi, alla cute.
Nel caso in cui la mamma soffra di allergia, l’allattamento al seno è particolarmente consigliato. Attraverso il suo latte, infatti, può trasmettere al neonato gli anticorpi in grado di neutralizzare gli allergeni che causano la specifica forma allergica di cui lei soffre. In questo modo il piccolo viene protetto dal rischio di ammalarsi.
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