venerdì 10 ottobre 2008

Il parto in acqua

Da alcuni anni in diverse strutture ospedaliere è possibile effettuare il parto in acqua.
La nuova sensibilità per le necessità della partoriente e del nascituro, hanno pemesso di sviluppare questa metodologia che ha trovato origine dalle esperienze del medico russo Igor Tjarkowskij. Oggi il parto in acqua è una pratica consolidata in molti ospedali europei.
Anche in Italia la "tecnica" si sta capillarmente diffondendo grazie all'esperienza ed alle ricerche effettuate su migliaia di parti in questi ultimi dieci anni.
Nella maggior parte degli ospedali, però, l'immersione è consentita solo durante il travaglio, perchè per il parto occorre una preparazione specifica del personale. E' quindi opportuno informarsi per tempo presso la struttura scelta per partorire.
I vantaggi del travaglio e del parto in acqua sono molteplici.
  • L'acqua ha il grande potere di alleggerire il peso del corpo, permettendo così alla donna di muoversi con maggiore facilità per scegliere la posizione che preferisce.
  • L'immersione nel liquido tiepido produce effetti benefici anche sul dolore, perchè favorisce ed aumenta la produzione di endorfine, sostanze naturali che hanno un potere analgesico.
  • Inoltre rilassa la muscolatura: le tensioni del corpo si sciolgono, la dilatazione dell'utero viene favorita ed i tempi del travaglio si accorciano (secondo le statistiche i parti in acqua durano 30- 40 minuti in meno degli altri). Grazie a quaesti effetti naturali, sono pochissime le mamme che chiedono un antidolorifico per sopportare meglio le contrazioni.
  • Un altro vantaggio rilevante è la riduzione delle episiotomie: nelle donne che partoriscono in acqua non è quasi mai necessario praticare il taglietto tra la vagina e l'ano, effettuato per evitare la lacerazione dei tessuti. L'acqua calda favorisce infatti una maggiore irrorazione sanguinea dei genitali e per questo motivo le lacerazioni sono rare anche in chi è al primo parto.
  • Le vasche utilizzate negli ospedali sono abbastanza grandi per consentire alla donna di muoversi e di accogliere un altra persona, per esempio il padre, se lo desidera.
  • La temperatura dell'acqua è intorno ai 37 gradi e rimane costante per tutta la durata del travaglio e del parto. L'immersione deve avvenire nella fase di travaglio attivo, cioè quando la dilatazione dell'utero è di 3-4 centimetri. Alcune mamme, decise fin dall'inizio a vivere questa esperienza, quando entrano nella vasca si sentono a disagio; altre , che non l'hanno programmato se ne sentono attratte. Allo stesso modo ci sono donne che vivono bene sia il travaglio sia il parto, altre che si sentono più sicure a far nascere il loro piccolo all'asciutto. Comunque viene sempre garantita la massima libertà: la donna è libera di uscire dalla vasca in qualsiasi momento, di entrare di nuovo se lo desidera, di alternare momenti in acqua e altri sulla sedia o sul lettino.
  • Il neonato in questo modo risente meno del trauma del parto, in quanto il liquido caldo icorda l'ambiente familiare intrauterino, e attenua luci, colori e rumori. L'ambiente è quindi rallentato e più dolce rispetto alla nascita in sala parto ed è per questo che di solito i piccoli che vengono alla luce in acqua non piangono subito

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